Residenzialità: la casa dell’amicizia 2022

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Residenzialità

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Residenzialità: la casa dell’amicizia 2022

Dettagli del progetto Residenzialità

Il contesto

In età adulta è forte e naturale il desiderio e bisogno di intraprendere un nuovo percorso di vita e mettere in atto le proprie capacità. Le Persone con sindrome si Down hanno gli stessi bisogni, hanno anche loro il desiderio di intraprendere nuovi percorsi di vita e confrontarsi con realtà che hanno sempre dovuto subire e vivere in modo marginale.

L’Associazione Italiana Persone Down ha da sempre notato e preso in carico questi bisogni e desideri, ponendoli, in via prioritaria, tra i propri obiettivi statutari. AIPD Frosinone intende concretizzare tali obiettivi attraverso il progetto “Residenzialità”, partendo dal presupposto che “bisogna vivere la vita in autonomia, secondo i propri desideri e capacità ed essere di aiuto e sostegno per gli altri”.

Il progetto

Alla luce di quanto descritto la nostra Associazione ha previsto la locazione di un’abitazione a Pontecorvo, che potrebbe essere il punto di riferimento per molte famiglie, considerando il territorio vasto e mal collegato della provincia di Frosinone. Inoltre, le attività svolte come esperimento di aggregazione hanno sempre avuto inizio presso la sede istituzionale di Pontecorvo. L’appartamento in questione è stato individuato nel centro del paese per una migliore logistica. Gli utenti, cioè le persone con Sindrome di Down, in questo modo non sono dipendenti dai mezzi per gli spostamenti. Tutto, ossia la vita quotidiana, si svolgerà nel contesto che offre le maggiori possibilità di orientamento e di utilizzo delle potenzialità acquisite – orientamento stradale, identificazione di luoghi d’acquisto, ect.. – durante i corsi tenuti dalla nostra Associazione.

Lo scopo è quello di potenziamento delle capacità di gestione economica e di organizzazione della propria abitazione, senza la supervisione cauta e costante di familiari. L’idea nasce non solo per coloro che devono ancora acquisire nozioni comportamentali e personali della vita adulta, ma anche come sostegno ed appoggio alle famiglie per dare loro la possibilità di vivere spazi di vita indipendenti dalla necessità di un accudimento continuo con la speranza di un dopo di noi con possibilità di serenità familiare.

Obiettivi

Il progetto Residenzialità presenta i seguenti obiettivi:

    1.  Consolidamento delle autonomie personali (mi lavo da solo, mi prendo cura delle mio corpo in libertà e autonomia)
    2.  Gestione autonoma delle proprie risorse economiche (potenziamento della sfera economica nelle aree cognitive)
    3.  Esperienza reale di vita adulta (vivere momenti di convivenza con persone a me simili, fuori dalle mura domestiche del proprio nucleo familiare)
    4.  Acquisizione o potenziamento nella gestione organizzativa e di operato pratico per le mansioni di accudimento di una casa
    5.  Presa coscienza della vita adulto ( sono un adulto e mi devo assumere tale responsabilità senza la supervisione genitoriale)
    6.  Formazione alla reale coscienza del mio essere fisico-emozionale (gestione e analisi  della sfera “sessuale”, confronto con l’altro sesso, veicolo delle emozioni con discernimento della affettività in chiave di amicizia o amore)
    7.  Potenziamento nell’orientamento spazio-tempo sia macro (strada) che micro (ambiente dell’abitazione)
    8.  Orientamento e indipendenza sociale e di trasporto (eventuale uso dei mezzi pubblici)
    9.  Favorire le capacità relazionali con gli altri, intendendo come altri la società nel complesso delle relazioni umane
    10.  Supporto e sostegno indiretto alle famiglie con accompagnamento al primo distacco per la vita adulta reale.

Piano di Lavoro

Il progetto Residenzialità è rivolto a persone con la sindrome di Down in età adulta. Per le persone con disabilità intellettiva, consideriamo l’età adulta non al compimento dei diciotto anni, bensì alle capacità intellettive quindi: capacità di relazionarsi con altre persone, autonomia personale ecc…Abbiamo riscontrato che anche nelle persone con la sindrome di Down, maggiori di diciotto anni, forte è il desiderio di allontanarsi dalla famiglia di origine e provare, avventurarsi verso una convivenza che non preveda la presenza delle figure familiari con le quali si è cresciuti ed ora invadono la loro “libertà”, il loro essere “grandi”.

Per le famiglie con figli con disabilità intellettiva è grande il pensiero del “cosa succederà dopo di noi?” quando non ci saremo più noi genitori, cosa accadrà ai nostri figli?

Ecco, con questo progetto avviamo anche il discorso del “Dopo di Noi” che, anche se non chiaramente contemplato, è un pensiero/problema delle famiglie coinvolte dal futuro dei propri figli per i quali bisogna programmare il futuro. Il progetto per il quale partecipiamo al bando della Chiesa Battista si sviluppa chiaramente con un piano di lavoro ben dettagliato. Abbiamo pensato, ed è già in atto, un periodo di preparazione alla Residenzialità alle famiglie ed agli adulti con sdD coinvolti. Tale lavoro è portato avanti da una nostra psicologa ed una nostra esperta di rapporti con “adulti con disabilità psichica” fino a quando non si terrà opportuno iniziare la convivenza vera e propria. Sono previsti incontri periodici con le famiglie e ragazzi, anche, per migliorare in seguito i rapporti di convivenza e distacco. È prevista la presenza di educatori, se necessario anche OSS o infermieri con un monte ore, all’inizio, di 24 ore settimanali, con obiettivi mirati da revisionare periodicamente con incontri di staff.

Il progetto “Residenzialità” è stato realizzato con l’importante contributo dell’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia

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